Un progetto di Città di Torino, realizzato da Fondazione per la Cultura Torino

Muri: divieti e passaggi

Il tramonto del “secolo breve” ha inaugurato un nuovo orizzonte spazio-temporale: la cosiddetta età globale si caratterizza come un’epoca in continuo mutamento, esposta com’è a passaggi – ammessi e proibiti – di persone e di “cose”, siano esse merci o capitali. In questo mutato orizzonte siamo abituati a concepire i muri come inutili barriere al cambiamento. A dispetto della valenza negativa che i muri hanno progressivamente acquisito, la storia recente ci pone di fronte alla loro costitutiva ambiguità e ai rischi di una visione semplicistica: lo sconfinamento del privato nel pubblico, del virtuale nel reale e la perdita di confini tra queste dimensioni della vita rischiano infatti di compromettere alcune delle conquiste più importanti che stanno a fondamento dello Stato di diritto e “dei diritti”.

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I incontro: Un passo oltre il muro

Quali sfumature assume la parola “muro” tra gli studenti? Quali associazioni mentali suscita? Chi o che cosa i muri proteggono realmente? Chi si trova davvero in pericolo: quelli che stanno “dentro” o quelli “fuori”? A partire da queste domande lasciate volutamente aperte, il primo incontro sarà dedicato a cercare le risposte, prendendo spunto dai manicomi del passato, o dai “muri” come quelli delle carceri o dei CIE.

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II incontro: Muri in piedi, muri in ginocchio

Le giovani generazioni nate e cresciute dopo la caduta del muro di Berlino sono in un certo senso “figlie del 1989”. La caduta di quel muro, che divise la Germania e il mondo in due blocchi, coincide con l’atterraggio in una nuova e contraddittoria epoca: le merci prodotte su scala globale, come anche i flussi finanziari, godono di una libertà di circolazione inedita nella storia dell’uomo; al contrario, non si dà un’analoga libertà di movimento alle persone, come testimoniano i tanti muri ancora oggi in piedi o le città-fortezza (su tutte, ad esempio, quelle di Ceuta e Melilla). Nel contempo, i flussi migratori di milioni di esseri umani trasformano costantemente i confini spaziali e mentali, ridefinendo in continuazione l’identità “europea”.

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III incontro: Corpi in gabbia e prigioni della mente

I muri che ostruiscono i passaggi e la libertà di circolazione delle persone si trovano ai confini come all’interno degli Stati. Si pensi alle barriere architettoniche, che escludono alcune persone. A volte, invece, per varie ragioni, il corpo stesso può rappresentare un “muro”, che può unirci così come allontanarci dagli altri. Ognuno di noi “abita” in esso e unitamente alla propria identità vive nel corso della vita innumerevoli “passaggi” e trasformazioni (giovane/vecchio, sano/malato, cittadino riconosciuto/clandestino, identità di genere/orientamento sessuale). Sono proprio queste variegate identità, molto spesso, a generare altri “muri” di diffidenza o discriminazione: prigioni mentali che bloccano i “passaggi” e le aperture alla conoscenza dell’altro.

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IV incontro: Presentazione e discussione del prodotto finale, workshop

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Galleria Fotografica
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